skip to Main Content

Andreotti e Kohl

Il pragmatismo e il coraggio di due politici cristiani che hanno lasciato un’impronta indelebile nella storia dell’Europa e del mondo.

A 60 anni dalla costruzione del Muro di Berlino ed a 30 anni dalla votazione del Bundestag che, dopo la caduta del Muro, fece ritornare la capitale dello Stato tedesco da Bonn a Berlino, vi sono le condizioni per rileggere, anche alla luce degli avvenimenti successivi, quel periodo storico, a cavallo tra gli anni 80 e 90, che cambiò i destini dell’Europa e del mondo e ridefinire i contorni e le prospettive dell’azione di due dei protagonisti fondamentali di quel cambiamento.
Come spesso accade nei momenti cruciali della storia gli eventi sono concentrati in un lasso di tempo molto ristretto, condensati in quei 588 giorni, che dal 9 novembre 1989 al 20 giugno 1991, chiusero un’epoca e ne aprirono un’altra.

Se Helmut Kohl, dopo la caduta del Muro, può essere considerato l’artefice della riunificazione della Germania, ufficialmente dichiarata il 3 ottobre 1990, Giulio Andreotti, in qualità di Presidente del Consiglio dell’Italia che, a quell’epoca, deteneva la Presidenza della Comunità Europea, fu tra i politici che maggiormente si adoperarono per spianare la strada al processo di unificazione e convincere i leader dei maggiori Paesi occidentali a favorire la transizione.
Non deve trarre in inganno, a questo proposito, l’iniziale riluttanza di Andreotti, condensata nell’ormai famosa frase “Amo talmente tanto la Germania che ne preferisco due” pronunciata in occasione di un dibattito sulla politica internazionale, alla Festa nazionale dell’Unità del 1984.
Ciò non toglie che, come egli stesso ha più volte spiegato, nei primi mesi dopo la caduta del muro la situazione fosse talmente complessa e delicata da far apparire utopico e rischioso il progetto di unificazione della Germania, ma ad un certo punto il vento cambiò e “…ciò che fino a poco tempo prima sarebbe stata un’avventura sconvolgente era diventata una strada praticabile.”*
E da quel momento Andreotti fu uno dei più strenui difensori della strategia dell’amico Kohl sull’unificazione, adoperandosi attivamente nell’opera di convincimento degli altri leader europei, in particolare Margaret Tatcher, Mihail Gorbaciov e George Bush.
Gianni De Michelis, allora Ministro degli Esteri, in un intervista a Limes di alcuni anni fa, dichiarò: “Helmut Kohl deve dire grazie all’Italia ed in particolare ad Andreotti se molte cose andarono a posto”.
La caduta del muro e l’unificazione della Germania diedero avvio ad un vero e proprio sommovimento tellurico che nel giro di pochi anni, uno alla volta, fece cadere quasi tutti i regimi comunisti dell’Est Europa, ma il processo non fu lineare e privo di ostacoli. Lo stesso Kohl all’interno della Germania Ovest, dovette superare non poche difficoltà e divisioni che, incidendo trasversalmente gli schieramenti politici tradizionali, resero irto e tormentato il percorso.
Ma è da quell’intreccio di avvenimenti che poi nacque l’Europa come la conosciamo oggi, allargata ai Paesi dell’Est e imperniata sull’asse franco-tedesco. Così come è in quel periodo che presero l’abbrivio, in opposizione al movimento di integrazione europea, i rigurgiti nazionalisti e populisti che hanno caratterizzato lo scenario politico di molti Paesi europei negli ultimi anni e con cui ci troviamo a fare i conti oggi. La stessa cosa, mutatis mutandi, potremmo dire per la Russia e la Comunità degli Stati satelliti che le sono rimasti fedeli, che da quella rivoluzione iniziarono a prendere forma.
Il Convegno offre l’opportunità straordinaria, e forse irripetibile, di ascoltare il racconto di quegli avvenimenti, dalla voce di alcuni di coloro che ne furono protagonisti di primo piano, di portare alla luce retroscena inediti e passaggi cruciali non pienamente conosciuti, di valorizzare il lavoro preparatorio delle diplomazie, degli sherpa e dei maggiori esperti dei leader politici. Insomma di mettere a disposizione degli storici un patrimonio rilevante di dati e di informazioni per consentire una ricostruzione più obiettiva e chiarificatrice della portata di quegli eventi.

*Tratto da un’intervista rilasciata da Andreotti alla rivista 30Giorni

Le date da ricordare

23 maggio 1949

Nasce la Repubblica Federale Tedesca (RFT)

07 ottobre 1949

nasce la Repubblica Democratica Tedesca (RDT)

13 agosto 1961

Viene eretto il Muro di Berlino per contrastare la fuga dei tedeschi dalla RDT verso Ovest

09 novembre 1989

Crollo  del Muro di Berlino

03 ottobre 1990

Data ufficiale della riunificazione della Germania quando i cinque Lander facenti parte della RDT aderirono formalmente alla Repubblica Federale di Germania (Germania Ovest)

20 giugno 1991

Viene approvata dal Bundestag la mozione che trasferisce la capitale della Germania da Bonn a Berlino.

Andreotti e la politica estera

Una vera e propria passione per le questioni della politica internazionale caratterizza l’intera vita politica di Andreotti. Glielo ha insegnato De Gasperi, uomo di frontiera, di cultura mitteleuropea, alieno dal provincialismo di molta della classe politica italiana a lui contemporanea.
Alla scuola dello statista trentino Andreotti matura fin dagli anni giovanili la convinzione che l’Italia, modesta potenza (per giunta, in quegli anni, collocata sul rischioso crinale fra Est e Ovest), legata alle importazioni dall’estero, troppo debole per difendersi da sola, abbia un interesse primario a non estraniarsi dai giochi della politica internazionale.
In questo quadro si sviluppano in Andreotti alcune fondamentali linee guida: decisa scelta filo-americana, ma in un atteggiamento di assoluta dignità nei confronti del potente alleato, convinto europeismo, cura per la vocazione mediterranea dell’Italia e per il ruolo di operatore di pace e di tutela dei diritti umani, cominciando da quelli religiosi, che il nostro Paese è chiamato a svolgere.

Andreotti è convinto che la solidarietà europea, l’aggancio all’Occidente sfuggendo a tentazioni neutraliste, la distensione in Europa, la pace in Medio Oriente e nel Mediterraneo (suo spazio vitale), siano interessi primari dell’Italia, e per essi opera con coerenza nel corso degli anni. All’insegna di un pragmatismo che caratterizza il suo stesso modo di essere e che lo porterà a scelte anche controcorrente e controverse. Aiutato da una straordinaria capacità di relazioni personali e collegamenti internazionali a tutto campo e in piena collaborazione con la Chiesa con la quale il cattolico Andreotti trova particolari sintonie.

Partecipazione al convegno

La partecipazione al convegno sarà in presenza, ad invito, e in streaming.
Sarà possibile collegarsi, all’orario di apertura del Convegno, al link www.uniurb.it/live oppure richiedere la partecipazione in presenza.

Ospitality

Se vuoi partecipare al Convegno e hai bisogno di informazioni per l’ospitalità clicca qui.

Back To Top